Avete necessità di uno psicologo? Avete bisogno di una persona che possa risolvere i vostri problemi di natura psicologica?
Non sapete come muovervi?
Essendo uno psicologo vi voglio aiutare nella scelta. Dandovi un po’ di consigli per scegliere più consapevolmente. Tali consigli sono frutto della mia esperienza da psicologo.
La prima cosa da chiedersi è: << Ma i miei problemi sono risolvibili da tutti gli psicologi presenti nei vari elenchi sulla rete?>> Probabilmente si. Vi spiego perché. Uno psicologo, tra le diverse competenze che dovrebbe aver maturato negli anni, vi è quella dell’invio. Appena vi ascolta (prime sedute) dovrebbe già essere in grado di darvi informazioni circa il vostro futuro. O se ne occuperà lui (ritenendo che esso potrà esservi utile) o delegherà il compito ad un altro professionista (altro psicologo o psicoterapeuta), più adeguato. Inviandovi da un’altra persona più competente sul problema specifico da voi presentato.
Le modalità di ricerca sono essenzialmente due:
Nella fase di scelta iniziale uno dovrà seguire tutte le accortezze del caso, poi alla fine è l’incontro stesso che ti dirà se la scelta è stata ponderata. Anche in questo caso la fortuna ha la sua parte.
Dunque, consiglio personale, non soffermatevi eternamente sulla selezione ma approfittate del momento di carica e di motivazione per risolvere definitivamente il vostro disagio.
È proprio lui (o lei) quello giusto?
Finalmente avete scelto lo psicologo e chiamate per prendere appuntamento.
Iniziate un percorso e ad un certo punto del cammino vi chiedete:<< Ma sarà lo psicologo giusto per me? >>.
Solo voi potete dirlo. Nel constatarlo potete (mi permetto) fare una serie di valutazioni:
Se avete risposto si alla maggior parte di queste domande allora avete scelto bene. Ricordatevi comunque che un percorso psicologico è fatto di momenti altalenanti e di aspettative sulla guarigione. Tali aspettative (concordate inizialmente con il professionista) sono frutto dell’importanza del vostro disagio, del lavoro dello psicologo e dell’impegno del paziente.
Come “devo” comportarmi con lo psicologo? Devo dargli del “tu” o del “lei”?
Svilupperò una dipendenza da lui e non riuscirò più a farne a meno?
Non preoccupatevi troppo di rispondere a queste domande. Sarà la riabilitazione psicologica e la relazione che verrà ad instaurarsi che scioglierà i vostri (leciti) dubbi.
Sul darsi del “tu” ho una mia teoria. Se lo psicologo vi dà del tu ma ai vostri occhi rimane comunque una figura autorevole da rispettare (e non vi verrà mai in mente di pensarlo come un amico), allora l’approccio non sarà affatto discutibile. Sarà la cosa più giusta per voi due. Questo tipo di relazione informale, o formale, verrà subito decisa da entrambi senza alcuna difficoltà.
Se pensate di aver sviluppato una dipendenza rispetto agli incontri programmati non abbiate timore. Lo psicologo lo ha già previsto.
Come avrà previsto, per voi, un graduale distacco. Riferiteglielo pure, sarà un ulteriore argomento di discussione per il quale verrete subito tranquillizzati.
Le domande che potrebbero venirvi in mente durante un percorso sono ancora tante, ma non potrei darvi una risposta oggettiva e univoca, visto che ogni relazione che si definisce tra paziente e terapeuta è unica. E non riproducibile.
Faccio un in bocca al lupo a tutti e non diffidate della psicologia. Essa è qui per aiutarvi.
Dott. Marco Dieci
Psicologo a Parma