Come scegliere lo psicologo adatto per le vostre esigenze e capire successivamente se tale scelta è stata azzeccata

La scelta

Avete necessità di uno psicologo? Avete bisogno di una persona che possa risolvere i vostri problemi di natura psicologica?
Non sapete come muovervi?
Essendo uno psicologo vi voglio aiutare nella scelta. Dandovi un po’ di consigli per scegliere più consapevolmente. Tali consigli sono frutto della mia esperienza da psicologo.
La prima cosa da chiedersi è: << Ma i miei problemi sono risolvibili da tutti gli psicologi presenti nei vari elenchi sulla rete?>> Probabilmente si. Vi spiego perché. Uno psicologo, tra le diverse competenze che dovrebbe aver maturato negli anni, vi è quella dell’invio. Appena vi ascolta (prime sedute) dovrebbe già essere in grado di darvi informazioni circa il vostro futuro. O se ne occuperà lui (ritenendo che esso potrà esservi utile) o delegherà il compito ad un altro professionista (altro psicologo o psicoterapeuta), più adeguato. Inviandovi da un’altra persona più competente sul problema specifico da voi presentato.
Le modalità di ricerca sono essenzialmente due:

  • Internet
    Aprendo un qualsiasi motore di ricerca avrete la possibilità di digitare la vostra città + la parola psicologo o la vostra città + il vostro problema (ansia, depressione, attacchi di panico, disturbi alimentari etc..).
    Una volta fatta la scelta compariranno diversi portali specializzati nella proposta di psicologi presenti sui diversi territori.
    La ricerca è un po’ personale e un po’, a mio parere, già scritta.
    Il risultato della scelta sarà un mix tra gli psicologi che si prendono carico delle vostre problematiche (chi è specializzato in un campo piuttosto che in un altro), la vostra propensione a confrontarvi con una donna o con un uomo, la foto del professionista che vi ispira di più (mi dicono i miei pazienti che anche questo fattore non è da sottovalutare), e la sensazione finale di aver fatto la scelta giusta.
  • Passaparola
    Altro modo di scegliere lo psicologo è il passaparola di un vostro conoscente. La scelta avviene quando qualcuno ti parla bene di qualcun’altro. Se vi fidate della persona che vi sponsorizza il professionista, allora seguite l’indicazione.
    La consapevolezza di aver fatto la scelta giusta per voi l’avrete una volta conosciuto il professionista stesso. Diffidate, invece, se continuate imperterriti a cambiare professionista continuando a collezionare aspettative mancate su aspettative mancate ( << Questo non mi piace, questo neanche.. e quest’altro pure …). In questo caso, molto probabilmente, il problema non è lo psicologo che avete appena scelto ma una vostra naturale tendenza (sulla quale lavorare) a non essere mai totalmente convinti.

Nella fase di scelta iniziale uno dovrà seguire tutte le accortezze del caso, poi alla fine è l’incontro stesso che ti dirà se la scelta è stata ponderata. Anche in questo caso la fortuna ha la sua parte.

Dunque, consiglio personale, non soffermatevi eternamente sulla selezione ma approfittate del momento di carica e di motivazione per risolvere definitivamente il vostro disagio.

È proprio lui (o lei) quello giusto?

Finalmente avete scelto lo psicologo e chiamate per prendere appuntamento.

Iniziate un percorso e ad un certo punto del cammino vi chiedete:<< Ma sarà lo psicologo giusto per me? >>.

Solo voi potete dirlo. Nel constatarlo potete (mi permetto) fare una serie di valutazioni:

  • Mi trovo a mio agio nel raccontare i miei fatti privati?
  • Lo vedo come una persona autorevole nei miei confronti?
  • È in questo momento un punto di riferimento per me che mi tranquillizza quasi istantaneamente?
  • Ho voglia di parlare con lui ma non come se fosse un amico?
  • Effettivamente mi sento meglio e più sicuro/a mano a mano che vado avanti nel percorso?

Se avete risposto si alla maggior parte di queste domande allora avete scelto bene. Ricordatevi comunque che un percorso psicologico è fatto di momenti altalenanti e di aspettative sulla guarigione. Tali aspettative (concordate inizialmente con il professionista) sono frutto dell’importanza del vostro disagio, del lavoro dello psicologo e dell’impegno del paziente.

Come “devo” comportarmi con lo psicologo? Devo dargli del “tu” o del “lei”?
Svilupperò una dipendenza da lui e non riuscirò più a farne a meno?

Non preoccupatevi troppo di rispondere a queste domande. Sarà la riabilitazione psicologica e la relazione che verrà ad instaurarsi che scioglierà i vostri (leciti) dubbi.
Sul darsi del “tu” ho una mia teoria. Se lo psicologo vi dà del tu ma ai vostri occhi rimane comunque una figura autorevole da rispettare (e non vi verrà mai in mente di pensarlo come un amico), allora l’approccio non sarà affatto discutibile. Sarà la cosa più giusta per voi due. Questo tipo di relazione informale, o formale, verrà subito decisa da entrambi senza alcuna difficoltà.

Se pensate di aver sviluppato una dipendenza rispetto agli incontri programmati non abbiate timore. Lo psicologo lo ha già previsto.

Come avrà previsto, per voi, un graduale distacco. Riferiteglielo pure, sarà un ulteriore argomento di discussione per il quale verrete subito tranquillizzati.

Le domande che potrebbero venirvi in mente durante un percorso sono ancora tante, ma non potrei darvi una risposta oggettiva e univoca, visto che ogni relazione che si definisce tra paziente e terapeuta è unica. E non riproducibile.

Faccio un in bocca al lupo a tutti e non diffidate della psicologia. Essa è qui per aiutarvi.

Dott. Marco Dieci
Psicologo a Parma


Psicoterapeuta Parma

Psicologo a Parma
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