Paura costante di perdere una persona cara/animale domestico

Recentemente, da un utente che segue la mia pagina fb, mi è stato chiesto un parere sull’argomento PAURA DI PERDERE UNA PERSONA CARA E/O IL NOSTRO ANIMALE DOMESTICO. Vorrei affrontare la riflessione cercando di sviscerare tutte le argomentazioni attinenti e relative.

Io non ne farei tanto un caso in termini di UOMO/ANIMALE, ma di paura di perdere qualcuno a noi caro.

Se la paura è ingiustificata, dunque non ci sono in quel momento i presupposti per una dipartita, allora il problema si evidenzia. Spesso tale sensazione disagevole ed ingiustificata è correlata a patologie legate all’ansia e ai disturbi dell’umore. In particolare, nelle persone che tendono ad esacerbare questo atteggiamento nei riguardi delle persone con cui entrano in relazione, lo schema dominante è quello dell’abbandono. Tale schema porta nella persona che lo applica un’inadeguatezza relazionale fortemente limitante. Dunque, se le persone attorno a noi stanno bene e la nostra paura di perderle è ridondante, ciò deve essere necessariamente un campanello d’allarme.

Se la paura è conseguente ad una diagnosi, direi invece che è naturalmente “lecito” preoccuparsi ed avere pensieri continui che ci tormentano.

La paura di perdere qualcuno a noi caro, la paura di rimanere soli, l‘incertezza del futuro e la paura di cosa succederà una volta persa la persona/l’animale fanno parte di un processo di accompagnamento al lutto necessario ad un’elaborazione successiva.

Altro quesito che spesso mi viene posto quando si parla di relazioni sane è quello legato alla scelta di sostituire le relazioni sociali (uomo vs uomo) con relazioni meno rischiose uomo vs animale.

Nello specifico, è sano/funzionale sostituire le persone attorno a noi con la frequentazione unica e circoscritta di animali domestici?
La mia risposta è NO.

Vivere con animali domestici e sentirsi appagati dal loro affetto e dalla loro presenza è bellissimo e soprattutto è supportato da centinaia di ricerche scientifiche (vedi pet teraphy).

Il sostituire le persone attorno a noi con l’animale domestico e di conseguenza riporre tutte le speranze in quel rapporto è autodistruttivo. Le relazioni all’inizio comportano sempre dei rischi e delle eventuali sofferenze, vedi separazione, ma l’evitamento e la successiva sostituzione con relazioni di tipo uomo/ animale non risolvono di certo la situazione. La socialità e le relazioni umane sono troppo importanti. L’isolamento porta all’inadeguatezza sociale. Se io mi abituo a rapportarmi con gli animali (solo ed esclusivamente) e non con le persone rischio di non essere allenato alle relazioni. E di non essere all’altezza di tutte le situazioni sociali che mi si porranno di fronte nell’arco della mia vita.

Noto che molte persone dopo diverse delusioni o relazioni finite male tendono a cercare un surrogato più “sicuro”, che possa comportare meno rischi. L’animale, sento spesso esternare, non tradisce. C’è sempre. Difficilmente ti mette in difficoltà.

Difficilmente arriva a frustrarti.

In conclusione, è giusto sostituire le persone con gli animali domestici?

Non sostituiamo. Avvicendiamo, alterniamo, coltiviamo entrambi i rapporti. Si agli animali ma sì anche alle persone. Non priviamoci né degli uni né degli altri.

Dott. Marco Dieci
Psicologo a Parma


Psicoterapeuta Parma

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